
La storia del telelavoro

Il nome " Telelavoro" è stato inventato nel 1973 da uno scienziato americano chiamato Jack Nilles. Nel suo libro The Telecommunications-Transportation Tradeoff si possono intravedere le basi poste sulla questione del Teleworking. Lo scienziato in questo libro spiegava come lavorare a distanza e come veniva trasformato il lavoro, con una conseguente scomparsa degli uffici fisici.

L'Idea è nata di conseguenza dopo la prima grande crisi petrolifera della storia, dato che c'è stata una crescita vertiginosa dei prezzi dei barili ed una riduzione drastica della disponibilità di petrolio nel mondo. L'idea è quella di non far crollare il mercato del lavoro ma di renderlo efficiente e funzionante quindi invece di far spostare le persone, la proposta è stata quella di far risollevare l'economia trasmettendo dei dati.
Nilles era nato come scienziato aerospaziale, e si era interessato al lavoro da remoto per risolvere il problema del traffico intenso a Los Angeles. Molti impiegati ne avrebbero tratto beneficio se avessero iniziato a lavorare da casa o in luoghi che erano separati dalla sede centrale di lavoro.
Il primo esperimento è avvenuto all'Università della California nel 1972 dove un gruppo di ricercatori adottò gli elementi di Nilles per fare lavorare da remoto una società assicurativa. Questo esperimento andò a buon fine ma ci furono grosse resistenze a questa nuova modalità di lavoro infatti negli USA prima della pandemia, il telelavoro non superava il 3% della popolazione lavorativa.
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Quando è nato in Italia?
Nell’ordinamento italiano è stato introdotto con la legge "16 giugno 1998 n.191", ovvero la cosiddetta Bassanini ter, con l’obiettivo di modernizzare il personale dipendente delle pubbliche amministrazione e approfittandone quindi per introdurre forme di lavoro da remoto.
L’art.4, della legge citata di cui sopra, dichiarava che le Amministrazioni Pubbliche potevano avvalersi di forme di telelavoro, autorizzando i propri dipendenti ad effettuare, a parità di salario, la prestazione lavorativa in luogo diverso dalla sede di lavoro. Questo anche tramite dei controlli per verificare l’adempimento della prestazione.
Molto più precisamente questo decreto istitutivo del telelavoro nella pubblica amministrazione il D.P.R. "8 marzo 1999 n.70" ha legittimato il ricorso ad uno strumento organizzativo di lavoro che può favorire una diversa erogazione dei servizi da parte delle Amministrazioni Pubbliche italiane.
In seguito il 23 marzo 2000 è stato stipulato l’Accordo quadro nazionale per l’applicazione del telelavoro ai rapporti di lavoro del personale dipendente delle pubbliche amministrazioni. Infine, con la circolare INPS n. 52 del 27 febbraio 2015 “Disposizioni attuative dell’Accordo Nazionale sul progetto di telelavoro domiciliare” iniziano ad essere documentate le attività interessate e le modalità di attivazione del telelavoro, facendo riferimento alle misure di prevenzione e protezione del lavoratore dipendente.
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...e in Francia?
La storia del telelavoro è stata introdotta in Francia nel 1993, quando il primo ministro Edouard Baladour assegnò una missione sul tema a Thierry Breton, direttore generale della società informatica Bull. Il suo lavoro era intitolato "Telelavoro in Francia, situazione attuale, prospettive di sviluppo e aspetti legali". ,
Nel febbraio 1995, la Francia ha fatto da pioniere mettendo il tema all'ordine del giorno della riunione del G7 a Bruxelles. Il telelavoro è stato quindi presentato come un vantaggio economico e sociale, come un mezzo per risparmiare costi strutturali, trasporto e inquinamento. Ma questo movimento si sta esaurendo e il telelavoro è secondo solo ai problemi politici europei e francesi. Alcuni progetti sono stati abbandonati, come i telecentri sostenuti all'epoca dal Catral come per esempio il Comitato per l'organizzazione del lavoro e del tempo libero della regione Île-de-France.
Solo nel 2002 il telelavoro si è affermato in Francia e a livello europeo con l'accordo quadro europeo non vincolante sul telelavoro firmato dalle parti sociali, dopo diversi studi su questo nuovo metodo di lavoro che può ridurre la fatica e lo stress.
Nel 2005, il legislatore francese è intervenuto firmando un Accordo Nazionale Interprofessionale (ANI), rafforzato nel 2012 dalla legge Varsman. Ma solo cinque anni dopo, con l'ordinanza n. 2017-1387 del 22 settembre 2017 del presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, la Francia ha riconosciuto definitivamente il telelavoro come metodo di lavoro, che è ora regolato dal Codice del Lavoro francese, che dettaglia la sua applicazione, i diritti del telelavoratore e del suo datore di lavoro, e le attrezzature del telelavoratore.
